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Cura delle piante
Sommario

Quanto sono affascinanti i nostri giardini ricoperti dal soffice manto delle recenti nevicate!
Vederli addormentati sotto la coltre protettiva dell’inverno ci piace, anche così vestito il verde ornamentale deve emozionarci.

Mentre il sole e le temperature fanno il loro lavoro arrivano però numerose telefonate nei nostri uffici da parte di clienti che lamentano la comparsa di macchie nel prato, proprio in concomitanza con lo scioglimento della coltre nevosa. Che cosa sarà successo ai loro giardini?

Per noi, professionisti della cura del prato, non c’è dubbio: è il tipico caso di infezione da Microdochium nivale o Fusarium n., noto anche come marciume rosa invernale.
I sopralluoghi e l’analisi dei campioni prelevati presso i giardini dei nostri clienti confermeranno la prima ipotesi.

Ecco alcune immagini scattate: le infestazioni maggiori si sono concentrate in zone umide, ombrose e in situazioni di verde pensile.

Figura 1
Figura 1
Figura 2
Figura 2
Figura 3
Figura 3

Conosciamo perciò questo patogeno.

Tipo di malattia fungina

Marciume rosa invernale (Microdochium nivale o Fusarium n.) è un fungo ascomiceta.

Area di distribuzione

Soprattutto Italia settentrionale.

Condizioni di sviluppo

La comparsa è legata tipicamente al periodo invernale ed è favorita dall’alternanza di neve e di gelo o dalla persistenza della neve per periodi prolungati. Diversamente da altre infezioni funginee si propaga anche con temperature prossime agli 0°C, tipicamente sotto il manto nevoso. Non vanno escluse infezioni in assenza di neve anche nei periodi autunnali e primaverili con temperature tra gli 0°-8°C, in particolare modo in zone depresse, ombreggiate e coperte, dove la neve si scioglie meno rapidamente.

Essenze colpite

Tutte le microterme, più suscettibili Lolium e Agrostidi.

Sintomi

A seguito del disgelo si nota la presenza di macchie piuttosto ridotte di colore giallo-bruno di 3-4 cm (Figura 1) che virano inizialmente su colorazioni tendenti al rosa e al rosso vino e successivamente al grigiastro, crescendo fino ad un diametro di circa 20-25 cm (Figura 2). Le macchie si ricoprono di una muffa bianca mentre le foglie dell’erba progressivamente marciscono ed appaiono viscide al tatto; con l’avanzare della malattia le foglie morte scoloriscono tendendo al biancastro mentre sul bordo esterno rimangono più scure di colore rosa-ruggine. L’infestazione, se presa in ritardo,  danneggia gravemente la cotica erbosa (Figura 3).

Ciclo vitale

Il Microdochium nivale si attiva con temperature tra 0° e 8°C ed elevata umidità. Le spore del fungo vengono diffuse dal vento, dal camminamento e dalla rugiada. L’arrivo della stagione mite e asciutta interrompe il persistere delle condizioni di sviluppo e la patologia si blocca. Il fungo è comunque in grado di sopravvivere sotto forma di micelio dormiente.

Accorgimenti preventivi

Terminare la stagione autunnale con arieggiatura e asporto del feltro, non eccedere con la concimazione azotata autunnale, controllare che il pH del terreno non sia acido o subacido (nel caso intervenire con carbonato di calcio tra novembre e febbraio). Un trattamento preventivo può essere effettuato con prodotti fitosanitari a base di Tebuconazolo.

Trattamento post-emergenza

Alla comparsa dei sintomi asportare il feltro (che finge spesso da focolaio) e trattare con prodotti fungicidi. Consigliamo di intervenire sempre con trattamento a base di Tebuconazolo. Nelle parti più colpite da infezioni in stadio avanzato è consigliato ripristinare il tappeto con una risemina localizzata.

Fitofarmaco consigliato

Sui prati dei nostri clienti interveniamo con questo fungicida sistemico alla dose di 90 ml/100mq diluito in 10-20 litri di acqua. Lo potete acquistare ora nel nostro vivaio online e conservare per il trattamento di altre numerose malattie del prato (dollar spot, macchia bruna, …) e delle piante da frutto (ticchiolatura del melo e del pero, oidio su pesco, …).
È il prodotto ideale anche per trattare le rose colpite da oidio!

Termino con le immagini del micelio di Microdochium n. che ho scattato al microscopio, rispettivamente a x40 e x150 ingrandimenti.

Ingrandimento a 40x
Ingrandimento a 40x
Ingrandimento a 150x
Ingrandimento a 150x

Al prossimo post!

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